Mela era una graziosa gatta affetta da iperitroidismo; quando è arrivata a me era solo un piccolo insieme di pelo e di ossa, al limite della sopravvivenza.

a.b.


Carissimo Dr Brancalion,

la informo che Mela se n’è andata la una mattina presto della fine di giugno. Quando mi sono svegliata e, come al solito sono andata a salutarla, l’ho trovata che sembrava stesse ancora dormendo. L’ho avvolta nel mio bell’abito indiano di colore viola.

Ho sempre saputo che Mela se ne sarebbe andata dopo il trasloco: volevo che gioisse anche lei della casa nuova, degli spazi interni che le avrebbero permesso di scegliere fra un bel po’ di comode cucce, ma soprattutto del grande giardino, pieno di alberi, di animaletti da osservare, di angoli freschi e di profumi nuovi.

Quando se n’è andata volevo che fosse seppellita in un angolo particolare, un angolo che si può vedere praticamente da tutte le finestre situate a sud della casa. Abbiamo scelto l’ombra del Calicantus. Lì vicino c’è un grazioso alberello, non molto alto che a giugno era pieno di piccoli fiori bianchi.

Non mi ricordo se le ho mai raccontato perché a Mela avevo dato quel nome. Le rubo solo un po’ di tempo per spiegarglielo. Quando ho visto Mela la prima volta mi sono innamorata del colore dei suoi occhi: due melette selvatiche, quelle che i bambini della mia generazione andavano a “rubare” sui campi, con enorme soddisfazione.

E torno a quell’alberello che non sapevo cosa fosse finché non mi è stato detto che da quei piccoli fiori sarebbero cresciute le melette selvatiche!. Non ho mai creduto alle coincidenze!

Quando per la prima volta è stata diagnosticata a Mela la malattia, mi è stata proposta la terapia farmacologica. Mi sono chiesta se era veramente quello che volevo per lei. Quello di cui ero certa era che non volevo per Mela continui esami del sangue e somministrazione di medicine che aiutavano un lato e distruggevano l’altro!

E così sono arrivata a lei e al suo approccio particolare che metteva in risalto TUTTA Mela, non solo il suo disagio fisico.

Ho sempre pensato che le nostre emozioni, pensieri e stati d’animo potessero condizionare il benessere del nostro corpo. Mi era sfuggita la cosa che potesse capitare anche ai nostri animali. Me l’ha insegnato lei.

Io volevo semplicemente vedere Mela serena e così è stato, per ben quattro anni e mezzo!!!! Ho fatto in modo che Mela continuasse a fare tutto quello che voleva senza trasmetterle la mia preoccupazione ed in questo, caro dottore, lei mi è stato insegnante!

E così ho assimilato la lezione ed il pensiero ”Mela sta male” è diventato “Che bello. Mela è con noi anche oggi”. Che sfilza di doni!