L’Essere Vivente si esprime con sintomi e segni sia nel percorso di malattia che nel percorso di guarigione ed è attraverso essi che possiamo avere la comprensione totale della sua natura unica.
Ho il piacere di citare un estratto del libro del Dr. Bruno Zucca Lezioni di Omeopatia Classica che ben descrive questo concetto:
“Ispirandosi a Ippocrate, Constantine Hering (1800-1888), allievo di Hahnemann, descrive l’evoluzione ottimale del percorso di guarigione dopo il Simillimum nei pazienti lesionali che, per definizione, sono sottoposti ad una inevitabile e necessaria crisi omeopatica.
Secondo quella che successivamente verrà denominata Legge di Hering: “I sintomi migliorano in successione: dall’interno verso l’esterno, dall’alto verso il basso, dagli organi più vitali a quelli meno vitali ed in ordine cronologico inverso alla biopatografia“.
Nel corso di una crisi omeopatica di guarigione, i primi sintomi che vengono coinvolti sono quelli psico-emotivi. Nella fase iniziale talvolta sono soltanto i sogni a parlarci dell’avvio di un processo trasformativo. Saranno poi gli organi più vitali o l’estremità cefalica ad esprimere con maggior intensità sintomatologica il movimento energetico in atto. Il processo è prossimo alla conclusione quando affiora a livello muscolo-tendineo e cutaneo, oppure interessa gli arti inferiori, che salvano spesso il sistema da pericolosi cortocircuiti svolgendo il ruolo di “messe a terra” energetiche.
I sintomi risvegliati in direzione centrifuga non appartengono necessariamente alla storia clinica del malato, poiché il Sé può scegliere in quel momento nuovi canali più consoni alle sue necessità espressive; essi però devono essere coerenti con il rimedio prescritto, ovvero appartenere alla sua patogenesi e riproporre le sue modalità più caratteristiche.
Nel percorso di guarigione si risvegliano le sintomatologie soppresse in ordine cronologico inverso alla loro comparsa. Così accade che la ricomparsa dei sintomi più recenti preceda quella dei sintomi più remoti.
Il ritorno dei vecchi sintomi è incompleto nei pazienti più gravi e riguarda solo i sintomi soppressi farmacologicamente, omeopaticamente o chirurgicamente. Il ripristino di un vero equilibrio energetico non può prescindere infatti dalla revisione radicale dell’intero sistema, a partire dalla sua biopatografia, e può richiedere tempi molto lunghi.
La metamorfosi guaritiva, ovvero la “crisi di guarigione“, viene rappresentata in questa descrizione come una profonda ristrutturazione del Sé che indica come, per rinascere nuovi, occorra rivisitare i conflitti. Come accade nelle regressioni psicoanalitiche, solo rivivendo il problema si possono trovare significati e risposte adeguate; così durante lo sforzo riparativo non si può che risentire, seppur brevemente, quel dolore del quale avremmo voluto sbarazzarci con la difesa patologica.
Essendo la malattia ben rappresentata dallo scollegamento separativo del corpo sottile energetico da quello fisico materiale, la guarigione non può essere che la ricomposizione di quella scissione come in una sorta di reincarnazione dolorosa. Nel corso di un evento traumatico improvviso, infatti, l’anima energetica si sgancia dal corpo per consentire la riduzione della sofferenza; analogamente a quanto già visto per le malattie acute gravi in cui si sacrifica una parte per salvare il tutto, nei processi patologici cronici la separazione tra anima e corpo si struttura stabilmente. La crisi di guarigione è l’espressione di questa ripresa di possesso nel “qui e ora” della propria identità attuativa psico-corporea.
La legge che guida i processi di guarigione è caratteristicamente centrifuga e si avvale di una attivazione della Vis Medicatrix di segno opposto rispetto al decorso centripeto tipico dei processi morbosi in cui è invece prevalente la Vis patogena. In seguito alle terapie farmacologiche, invece, le malattie si approfondiscono divenendo più gravi: un eczema soppresso diventa asma o una polmonite evolve in un quadro ansioso-depressivo accompagnato da grave insonnia. In questi casi, l’attivazione curativa della Legge di Hering, successiva all’assunzione del Simillimum, determinerà una temporanea ricomparsa dei sintomi soppressi.
Il ritorno fugace, acuto e a spontanea risoluzione dell’eczema e della bronchite sarà infatti propedeutico alla effettiva guarigione del paziente. Le condizioni interiori psicoemotive che venivano rappresentate in quei sintomi riaffiorano parallelamente all’eczema e alla tosse in modo da consentire una loro effettiva integrazione consapevole: erano stati rimossi nell’inconscio corporeo e ora possono diventare occasione di crescita maturativa.”