L’Omeopatia, un approccio che tiene conto dell’immateriale
Due riflessioni sull’Epilessia
Non è necessario qui spiegare nei dettagli l’epilessia, sono notizie molto facili da trovare con i potenti mezzi a nostra disposizione, come si diceva una volta.
Quello su cui risulta invece più interessante riflettere è che negli ultimi quattro decenni, almeno, questa malattia ha una percentuale d’incidenza quasi pari nell’Uomo e nel Cane, cioè intorno all’1%. Viene facile allora chiedersi:
- perché cosi tanti individui soffrono di epilessia?
- perché anche nel cane si è diffusa così tanto?
Tali argomenti sono difficilmente affrontati negli studi medici o veterinari. Il “perché” è sempre più trascurato come esigenza in questa Era: si preferisce aggredire subito il problema nei suoi effetti piuttosto che nelle sue cause.
Tralasciamo l’epilessia conseguente a lesioni e disfunzionalità organiche e concentriamoci sulla forma idiopatica, cioè senza una causa precisa, la più diffusa.
Il Sistema Nervoso, i Sensi e l’Anima
L’Uomo e l’Anima-le interagiscono con la realtà fisica attraverso i sensi, che non sono solo cinque (vista, udito, gusto, olfatto e tatto), come anche la scienza riconosce oggi: ci sono pure il senso della vita, del movimento, dell’equilibrio, del calore, e altri.
I Sensi sono collegati al Sistema Nervoso Centrale e Periferico. Il Sistema Nervoso è strettamente collegato all’Anima, la sede dei desideri, delle avversioni, del piacere, del dispiacere, degli istinti.
Certo, dopo questi collegamenti, viene da pensare che l’epilessia sia un disturbo dell’Anima. D’altra parte non c’è dubbio che si sia diffusa in un’epoca di grande spostamento delle tendenze della società verso una concezione sempre più materialistica, in cui la soddisfazione dei desideri è diventato uno degli obbiettivi prioritari.
Chi più ha, più vuole, è risaputo e l’assuefazione a tale avidità fa sì che in realtà non si sia mai soddisfatti o lo si sia solo per un breve tempo. Ecco una malattia dell’Anima che può sfociare in diversi disturbi neurologici a seconda delle rispettive predisposizioni e l’epilessia può essere uno di questi.
Lo stretto contatto dell’Uomo con il cane ha già dimostrato che questa specie ha assunto tutte o quasi le predisposizioni alle malattie umane, dalle nevrosi, al cancro, alle malattie ipertensive… all’epilessia. È una faccenda di comunicazione dinamica, Hahnemann direbbe “miasmatica”, qualcun altro “fra aure”.
Come si cura l’epilessia?
Al riguardo ci sono due aspetti da considerare:
- uno preventivo, anche se in un senso diverso di come viene intesa la prevenzione in medicina convenzionale, la rieducazione dell’Anima, argomento su cui ovviamente non è il caso di dilungarsi in questa sede;
- l’altro è una terapia che a sua volta presenta due aspetti:
- la terapia farmacologica con barbiturici, con tutte le conseguenze sugli organi come il fegato (effetti tossici collaterali) e lo stesso sistema nervoso per l’azione ipnotica e sedativa;
- la terapia omeopatica, nessun effetto tossico collaterale e nessuna azione ipnotica e sedativa.
Nessuna delle due può essere considerata risolutiva, salvo rarissimi casi; nessuna delle due elimina gli attacchi convulsivi; entrambe li controllano riducendone la frequenza e spesso l’intensità.
Almeno la seconda non fa danni, sempre che il rimedio risulti corretto.
Inoltre, nell’Epilessia Idiopatica si ha a che fare con qualcosa che è molto vicino all’immateriale ed anche per questo è preferibile il rimedio omeopatico che, avendo caratteristiche simili, corrisponde meglio al caso.
Fantasie?
I più grandi progressi scientifici sono originati dalla capacità dell’Uomo di pensare oltre ciò che è determinato, di fantasticare su teorie per poi impegnarsi a dimostrarne la validità. Spesso venivano definite “deliranti” solo per aver osato vedere le cose in una prospettiva diversa, ma altrettanto spesso il tempo le ha confermate.
Oggi ho osato affiancare l’epilessia all’Anima, vedremo cosa dirà il tempo.