Quante volte, soprattutto a noi veterinari omeopati, viene chiesto di accompagnare un paziente gravemente malato o terminale fino al suo passaggio nell’altra dimensione o, come dicono i nativi americani, ad attraversare il fiume. Cerchiamo di spiegare al meglio a cosa si andrà incontro e, per quanto possibile, quali situazioni si presenteranno durante il percorso fino alla morte, evento facente parte della Natura stessa. Chi ci chiede questo e conclude il cammino non manca di dimostrare la sua gratitudine, a riprova che l’evento è stato affrontato come doveva essere. Riavviciniamoci alla Natura anche considerando la morte. Cambiare le sue Leggi è una grande illusione, accettarle significa essere saggi.

“Quando qualcuno muore, la prima cosa da fare è niente. Non scappare o chiamare qualcuno. Non rispondere al telefono. Fai un bel respiro e sii presente alla grandezza del momento.
È una grazia essere al capezzale di una persona (o un animale, ndr) che ami: mentre fa la sua transizione fuori da questo mondo, nel momento in cui esala l’ultimo respiro, c’è un’incredibile sacralità nello spazio. Si apre il velo tra i mondi.
Siamo così impreparati e non allenati a come affrontare la morte di chi ci è caro che a volte l’effetto è una sorta di risposta al panico: ′′È morto!”
Sapevamo che sarebbero morto, quindi il suo essere morto non è una sorpresa. Non è un problema da risolvere. È molto triste, ma non è motivo di panico.
Semmai, la sua morte è un motivo per fare un respiro profondo, per fermarsi ed essere davvero presente a ciò che sta accadendo. Se sei a casa, magari prendi il bollitore e fai una tazza di tè.
Siediti al capezzale e sii presente all’esperienza nella stanza. Cosa sta succedendo per te? Cosa potrebbe accadere per lui? Quali altre presenze ci sono qui che potrebbero sostenerlo sul suo cammino? Sintonizzati su tutta la bellezza e la magia.
Mettersi in pausa dà all’anima la possibilità di adattarsi, perché non importa quanto siamo preparati, una morte è ancora uno shock. Se ci poniamo subito in modalità ′′ fare e chiamiamo il 118 o altri, non abbiamo mai la possibilità di assorbire l’enormità dell’evento.
Concediti cinque minuti o 10, o 15 solo per essere. Non riavrai mai più quel tempo se non lo prendi ora.
Dopo di che, fai la cosa più piccola che puoi. Chiama la persona che deve essere chiamata. Coinvolgi qualsiasi sistema debba essere impegnato, ma coinvolgilo al livello minimo. Muoviti davvero, davvero, davvero, molto lentamente, perché questo è un periodo in cui è facile per corpo e anima separarsi.
I nostri corpi possono galoppare avanti, ma a volte le nostre anime non si sono nemmeno alzate. Se hai l’opportunità di stare tranquillo ed essere presente, coglila. Accetta e acclimatati, adattati a ciò che sta accadendo. Poi, mentre il treno inizia a muoversi, e tutte le cose che succedono dopo una morte faranno effetto, sarai preparato al meglio.
Non avrai la possibilità di riprendere fiato più tardi. Devi farlo ora.
Essere presenti nei momenti successivi alla morte è un dono incredibile a te stesso, è un dono alle persone con cui stai, ed è un dono alla persona (animale, ndr) che è appena morta. È solo ad un fiato da te. Sta appena iniziando il suo nuovo viaggio nel mondo senza un corpo. Se mantieni uno spazio di calma intorno al suo corpo, nella stanza, si avvierà in modo più bello. È un servizio ad entrambi i lati del velo.”
Merito delle bellissime parole (che ho leggermente adattato per questo scritto) ~ Sarah Kerr, Ritual Healing Practitioner and Death Doula,
Bellissima arte di Columbus Community Deathcare