The Times, 6 gennaio 1888

Nella rubrica Odium Medicum fu pubblicata una lettera anonima che raccontava la storia vera di un cane appartenente al famoso pittore Meissonier. La lettera fu accompagnata da una testimonianza sottoscritta dal grande artista e da suo figlio pittore.

“Esimio Signore,
riguardo all’attuale controversia su questo argomento le chiedo, per spirito di giustizia, di considerare la pubblicazione del documento accluso, che è in mio possesso da qualche tempo.
Alcuni anni fa ho studiato pittura con Meissonier. Il suo cane di grande pregio, donatogli dall’amico Dumas, era stato colpito da una paralisi agli arti inferiori. L’animale soffriva anche di un torcicollo incurabile.
Avevo studiato Omeopatia a lungo, per cultura personale, e i miei piccoli globuli erano oggetto di battute salaci da parte di Meissonier e dei suoi amici e familiari, che non credevano a questa medicina.
Il cane in questione era stato condannato a morte da un illustre Veterinario di Parigi, che si prendeva cura dei cavalli di razza dell’artista, come vedete nella testimonianza allegata.
Quella stessa sera ero a cena con Meissonier e la sua famiglia e l’argomento di conversazione era la povera creatura. In un impeto di improvviso ardore, come era suo solito, l’artista si rivolse a me e mi sfidò a guarirlo con la “mia Omeopatia”.
Accettai la sfida e davanti agli occhi di tutti somministrai al cane una dose ad alta potenza di Rhus tox.
La mattina dopo, prima di colazione, stavo lavorando con il maestro nel suo studio in giardino quando arrivò di corsa la vivace figlioletta, agitata come se la casa andasse a fuoco, gridando che “il cane camminava”.
Uscimmo in fretta, Meissonier ancora con il pennello in bocca e la tavolozza in mano, ansioso di sapere cosa stesse accadendo. Ci trovammo davanti il cane, che correva a quattro zampe, a tutta velocità. Soffriva però ancora di torcicollo e io ero molto indeciso su come procedere. Mi accorsi allora che aveva il pelo ruvido e lo sguardo
fisso. Mi rifeci a uno dei grandi principi dell’Omeopatia: se si prende in considerazione ogni sintomo, il rimedio giusto si rivela da solo. Gli diedi due dosi di Arsenicum 3 DH.
Il cane si riprese completamente e credo che ancora oggi sia vivo e sano.
Cordiali saluti,
Un allievo di Meissonier”
[dall’articolo originale tradotto per la Newsletter della FIAMO da Anna Fontebuoni ]
Se vi è piaciuto, ne troverete altri assieme a molti aggiornamenti sull’Omeopatia nelle Newsletter periodiche che potete ricevere gratuitamente.