Le premesse

Con il consenso della padrona, Elettra Ghisetti, ho il piacere di condividere l’esperienza con Emily

Emily è una deliziosa gattina veneziana che ho conosciuto quando aveva 12 anni e 7 mesi. Elettra, mi ha contattato nel dicembre 2021 dopo che una diagnosi clinica era già stata fatta e a cui si è giunti con tutti gli esami del caso fino alla TC: carcinoma di una ghiandola salivare destra con metastasi linfonodali e polmonari. “Mi hanno detto che non ci si può mettere mano, Dottore, e quindi abbiamo pensato a lei.”

So bene che le richieste di assistenza, in questi casi, sotto sotto nascondono il desiderio di una guarigione e quindi ho dovuto prendermi il tempo per spiegare come correttamente sia possibile intervenire con la Medicina Omeopatica allo scopo di rendere possibile un ultimo periodo di vita degno di essere essere vissuto, nonostante la grave manifestazione patologica.

Allo stesso tempo è consolante che sia sempre più considerata la vita nei suoi due momenti fondamentali, la nascita e la morte, e non solo nel primo cercando di “ignorare” o non accettare il secondo, che rappresenta la realizzazione dell’Essere Vivente, volenti o nolenti, il ritorno dell’Anima alla dimensione da cui è venuta e nella quale continuerà il suo viaggio.

La storia

Emily abitava presso una famiglia di conoscenti ed era vessata da un botolo isterico di un vicino, così Elettra che doveva lasciare la casa dei genitori, non potendosi portare via la gatta di casa che era il tesoro della madre, ha deciso di adottarla. Per una successiva malattia della madre, Elettra ha dovuto rientrare per assisterla e con lei anche Emily, che da quel momento si è presa cura della vecchia gatta di casa. Questa parentesi è durata un anno e mezzo, poi Elettra ed Emily sono ritornate nella loro casa.

È sempre stata bene, dimostrandosi docile (non estrae mai le unghie), socievole e ottima “infermiera” in caso di necessità famigliari. Quando nel 2016 Elettra si è sposata, Emily ha accolto bene la nuova presenza in casa contribuendo a un’ottima armonia famigliare.

La scoperta

Tutto nasce una sera che Elettra stava guardando la TV e accarezzando Emily si accorge di una “pallina” sotto la mascella e istintivamente molla un urlo (ho potuto confermare che si tratta di una signora molto sensibile e facilmente scossa) e da lì è partita tutta la trafila degli accertamenti e la successiva richiesta di assistenza. Vado a Venezia.

La visita, 18 gennaio

Entrato in casa, Elettra e suo marito mi hanno fatto accomodare in salotto dove c’era un tappeto su cui poggiava una struttura costituita da tubi metallici, a forma di piramide, con dentro Emily che riposava pacificamente. MI sono incantato a contemplare il quadretto e poi mi sono accorto da altri particolari del salotto che Elettra è  alla cultura di ricerca spirituale: “Non sono stata io ad abituare Emily a stare sotto la piramide – si affretta a dirmi – io l’ho solo messa a disposizione, la scelta è stata tutta sua.”

Ho avuto subito l’impressione, confermata dai padroni di casa, che la gatta fosse un soggetto affettuoso ma distaccato, con avversione a stare in braccio, pur non mostrando mai atteggiamenti aggressivi, nemmeno se provocata. Ho fatto il mio profilo, ho trovato un rimedio che soddisfaceva le mie “pretese” (comportamentali, generali e locali o fisiche) e abbiamo iniziato il trattamento.

Controllo, 2 febbraio

Ricevo il resoconto di Elettra: “Emily è piena di vita, gioca, salta è vispa, fa le fusa, mangia con appetito e ha ripreso ad andare regolarmente di corpo. La vedo un po’ più magra, deve aver perso un paio di etti, ma pesa kg 5.2. Non ha nessun segno di sofferenza. Dorme parecchio, soprattutto di pomeriggio. Di notte dorme sempre vicino a me. Continua ad andare da sola sotto alla piramide. Ho notato un ingrossamento di quella che era una pallina in tempi piuttosto rapidi.”

Seconda visita, 16 febbraio

Se possibile, trovo Emily anche più reattiva di quello che mi aspettavo: se non ci fossero i problemi descritti, non sembrerebbe per nulla malata. Il rapporto ora è quasi esclusivo con la padrona (collegherò questa cosa successivamente all’anima da infermiera di Emily, era Elettra a stare male, non lei). Mi riferiscono di corse forsennate dopo l’evacuazione e di aggressioni al tiragraffi. Ha una strano desiderio di olive e verdura. Si fa spazzolare volentieri anche sulla pancia (per la mia esperienza pochi gatti accettano questo trattamento)

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Controllo, 6 marzo

Ricevo da Elettra: “Non ha avuto grossi cambiamenti se non qualche episodio di tosse sia di giorno che di sera e notte. Non l’ho collegato a nessun motivo in particolare, forse sono i peli che le vanno di traverso. Quando le do le gocce con la siringa inizia a muoversi un po’ di più e qualche volta gira la testa dall’altra parte, cosa che prima non faceva ma non le rifiuta totalmente. Continua ad essere affettuosa e a dormire assieme a me, tranne quando vado a letto tardi, allora preferisce stare da sola sul divano. Preferisce il pollo e il pesce cucinato da me alle scatolette, di cui lecca solo il brodo. Ho notato che preferisce mangiare piccoli pezzi di carne o pesce anziché pezzi un po’ più grandi.”

Decido di aumentare la potenza del rimedio.

Controllo, 23 marzo

Da Elettra: “Da 4-5 giorni mangia pochissimo, devo insistere a più riprese durante il giorno e farglielo avere in vari punti della casa. Al mattino è molto felice e lo aspetta con gioia, fa le fusa ma dopo poche leccatine di cibo se ne ritorna sul divano. Di conseguenza non va di corpo, ma urina regolarmente. Ha avuto giorni in cui era molto assonnata. Il pelo non è arruffato ma liscio e lucido. Non dimostra volontà di giocare, a volte si apparta ma non si nasconde. La pallina sul collo l’ho sentita ingrandita e per questo ieri ho portato Emily dalla Veterinaria abituale. Mi ha rassicurato dicendo che il tumore sta crescendo verso l’esterno e non verso la trachea, quindi almeno al momento non è quello che le sta impedendo di mangiare regolarmente. Dal controllo della bocca, tutto in assetto, anche la lingua. Sembra stare ancora molto bene.”

Controllo, I° aprile

Da Elettra: “Dorme nella sua cuccia (che non considerava da mesi) e non uscirebbe mai da lì, si dimentica del cibo e non mi dà più l’affetto di prima. Ho notato che da diversi giorni fa fatica a deglutire, inizialmente è entusiasta del cibo che le propongo ma dopo 2 bocconcini se ne va. Glieli ripropongo dopo 15 minuti ne mangia pochissimi (o non mangia affatto) e se ne va. Credo che si interrompa poiché sente dolore. Quando le passa ci riprova ma non ce fa. Questa è la mia interpretazione e sensazione. Di conseguenza se non mangia non produce feci. Beve spesso e urina. Ormai mangia piccolissimi pezzettini di cibo e non più di 2 o 3. Quando deglutisce spinge in avanti il muso. Tenendola in braccio sento molto calore. Il naso è spesso fresco ma non sempre umido.”

Il quadro è cambiato e cambio rimedio.

Controllo, 22 aprile

“Con il nuovo rimedio è più attenta e vigile, è spesso la posizione a sfinge, con il capo eretto, difficilmente la si vede stesa, addormentata. Va regolarmente di corpo ma ieri e oggi le feci hanno assunto un colore nero pece. La alimento io da qualche settimana con siringa o biberon morbido. La quantità in gr che le somministro non è la stessa indicata sulle confezioni, poiché è davvero difficile fargliela deglutire. Tende ad isolarsi e non fa più le fusa. Negli ultimi giorni dorme con noi ma sulla parte terminale del letto. Ho notato che molto spesso annusa con insistenza il muro sotto la finestra della camera…Sembra senta un odore che io non percepisco. A volte sembra un po’ assente, come se fosse in trance e non ci vedesse bene, ma gli occhi sono brillanti.”

Le dico di procurarsi un nuovo rimedio, ma prima della sua disponibilità (non è sempre facile reperire i rimedi e a volte occorre un fornitore straniero) ricevo un aggiornamento: ” Ha ripreso a dormire con me, mi fa le fusa tutte le volte che la tocco, mangia da sola (!!!) ed è ritornata socievole come era nella sua normalità prima della malattia. Uno stato che fino a giovedì non aveva per niente. Si piazza sul luogo del cibo aspettando che glielo porga ed erano settimane che non lo faceva. Sono strafelice dottore! Ora che ha ripreso a mangiare dovrebbe andar di corpo. Se non dovesse succedere fra qualche giorno le darò poco olio di vasellina.”

Controllo, 26 maggio

“Ho iniziato a somministrare il nuovo rimedio lunedì 9 maggio. Il momento precedente che ritenevo magico, è passato: rifiuta nuovamente il cibo e se glielo somministro col biberon ne accetta solo una piccola parte. Devo quindi assecondarla e non insistere col cibo, giusto? È sempre più magra, guardandola dall’alto sembra formare un 8 con un rigonfiamento nella regione delle costole. Quasi sempre il suo occhio destro risulta come un po’ rientrato, con una marcatura scura nella parte inferiore. Beve molta acqua e urina di frequente. Mi par di ricordare che quando i gatti non bevono e non urinano più siano vicini alla dipartita, cosa che al momento non riguarda Emily. Devo dire che non noto sofferenza e ciò era il nostro proposito. Sono molto felice di questo e cercherò di stare in questa pienezza piuttosto che nella mancanza.”

Qualche giorno dopo, Elettra scrive di nuovo: “Il rimedio fa effetto, è tornata a bere dal lavandino e lo farebbe di continuo. Fa anche molta pipì. Da qualche giorno mangia da sola e mi conduce in cucina per farmi capire che ha fame. Mangia poco e solitamente bisogna spostare la ciotola in altra stanza, una stranezza, ama il cambiamento (insolito per un gatto) ed è uscita dalla sua zona di comfort. Per esempio, una posizione diversa delle sedie non più vicino al tavolo ma in altro posto, vicino al divano o a una finestra. Cose negative: perde leggermente l’equilibrio camminando e le zampe posteriori a volte si incrociano. Però salta ancora sul letto con sicurezza. Spesso, mentre mangia, sembra si incanti, va altrove con la mente e poi ritorna. Mi fa tanta tenerezza vederla così, dottore. È dimagrita molto. Va a ripetizione nella lettiera per la pipì, anche dopo averla fatta abbondantemente, ma ha solo lo stimolo.”

Controllo, 6 giugno

“È ormai allo stremo delle forze. Ha avuto oggi 2 episodi di respiro affannoso e sforzi di vomito. È stesa su un lato con gli occhi semi aperti. È tranquilla a vederla poi dentro non so se abbia dolori. Attorno ha tutto ciò che le serve per stare serena e io la veglio. Come sempre ha una grande dignità. Avremmo anche appuntamento per l’eco addome. Spero riusciamo ad arrivare allo studio poiché anche solo darle le gocce di rimedio e quindi cercando di spostarla reagisce con affanno, crisi respiratoria e irrigidimento dei muscoli. Le farò sapere l’esito.”

Due giorni dopo: “Mi hanno spostato l’appuntamento… Non mangia da giorni, vive d’acqua ma è spesso in agonia. Dottore, abbiamo fatto di tutto per farla star bene ed evitarle sofferenze, ma la puntura per addormentarla per sempre dobbiamo prenderla in considerazione?”

Rispondo: “Per quanto mi scrivi, si sta solo spegnendo e questo è quello che auspicavo e che evidentemente sta accadendo. Quando tutto sarà finito, forse te ne renderai conto e farai tesoro di questa esperienza, intensa ma ricca di insegnamenti su come dobbiamo considerare il passaggio al di là del velo. Per rispondere alla tua domanda conclusiva: un animale prossimo a questo passo, in natura, si allontana e nella sua intima solitudine si lascia andare. Tu stai ancora pensando a fare un’ecografia che, francamente, non so a cosa ti possa servire, invece di lasciarla andare e non trattenerla. Lasciarla andare non significa abbandonarla, ma farle sentire che comprendi e che è libera. Bastano vicinanza e qualche carezza e magari la puoi aiutare con una dose del rimedio attuale alla XM K, 5 globulini sciolti in 3 ml d’acqua ogni 8 ore. Sto facendo del mio meglio e ti comunico quello che penso: ogni vita è sacra e va rispettato il suo percorso, perché è quello il motivo della vita stessa. Uccidere è un’azione che contraddice le Leggi Eterne dell’Universo, ma non sei obbligata a pensarla nello stesso modo. Restiamo in contatto. Sempre in Pace e armonia.”

Comunicazione del 10 giugno

“Emily si è spenta il 6 giugno, dopo 6 mesi che amorevolmente le somministravo i rimedi omeopatici che Lei di volta in volta mi prescriveva. Senza tali rimedi la vita di Emily non sarebbe stata così lunga dacché si era ammalata e di questo le sono davvero riconoscente. Mi perdoni se a volte sono stata pesante e sentimentale con le mie angosce e le mie domande. Non sono tuttora riuscita a superare i suoi ultimi momenti di vita: vederla stendere le zampine come se nuotasse, irrigidirsi più volte e cercare l’aria…. Vederla così è stato straziante, pensavo stesse soffrendo ma era in coma. Quando ho capito che la stavo “trattenendo”, le ho sussurrato “Vai amore, sei libera” e poco dopo si è spenta. Sto cercando di pensare a tutti i momenti belli  passati assieme in questi 13 anni e mi auguro che quelli brutti se ne vadano presto. Mi chiedevo se mai avrei avuto altri gatti e per tutta risposta c’è una gattina di 2 mesi, tigrata anche lei, in cerca di adozione. Domani andrò a vederla. Mi sono sentita in colpa solo per aver provato un simile sentimento ORA, troppo presto, nella stessa settimana in cui Emily mi ha lasciato. Mi sono però detta che probabilmente dare amore a un’altra meraviglia ridurrà il mio dolore e ne beneficeremo entrambe. Vorrò vedere come reagirò incontrando lo sguardo di quella micina. Mio marito mi dice che non mi devo sentire in colpa e che averne un’altra è un atto d’amore. Sono sicura che non mi pentirò ma l’idea di “rimpiazzare” Emily così in fretta mi fa male. Le mie solite contraddizioni. Grazie dottore per la sua professionalità e pazienza e per essere riuscito a farle concludere la sua vita con grande dignità.”

Riporto la mia risposta, perché sono convinto possa interessare qualche lettore, o almeno, così mi piace pensare: “Cara Elettra, ormai sono tante le storie di accompagnamento che potrei raccontare e non sempre si svolgono bene come quella con Emily; di questo debbo ringraziare te, che hai fatto del tuo meglio per affidarti. Tuo marito ha ragione sul fatto di non sentirti in colpa, ma per motivi deversi consiglio di non adottare un altro animaletto prima di aver elaborato bene il lutto (di solito sono circa 60 gg per tempi normali), altrimenti si rischia di segnare il nuovo arrivato con l’energia del momento, non certo la migliore per lui. Non è una questione di colpa cercare di riempire il vuoto lasciato da Emily, è naturale che ci sia questo impulso, ma l’evoluzione dello spirito, sempre in coerenza con il percorso (che non finisce con il passaggio di Emily), richiede di accogliere il dolore, di amarlo anche, perché senza di quello le nostre esperienze non servono a nulla e fatalmente saremo costretti a riviverle. Devi cogliere il dono che Emily ti ha fatto e quando si riceve un dono, di solito si sorride teneramente e si versa una lacrima di commozione, con la gratitudine per quello che ci è stato dato, anche del dolore. Non c’è afflizione se non si ama e tutti i frutti dell’amore vanno colti con gratitudine… quando la prima volta vidi Emily tranquillamente accucciata sotto la piramide ho avuto subito l’impressione che il Cielo ci avrebbe assistito. Un forte abbraccio.”