Mai come in questo periodo abbiamo sentito parlare di questa provvidenziale erba. Non che prima non se ne parlasse, essendo stata usata spesso durante le epidemie influenzali, ma oggi ancora di più.

Mi fa piacere qui riportare le note e le riflessioni della collega francese Hélène Renoux, di chiara fama e protagonista indiscussa della Medicina Omeopatica in ambito sia scientifico che politico.

Eupatoruim perfoliatum, detto anche “origano di palude” o “canapa d’acqua”, è un’erba per la febbre usata dai nativi americani. Guarisce le febbri accompagnate da dolori muscolari ed ossei, calma le diarree e caccerebbe anche i demoni, secondo la leggenda, grazie ai suoi infusi sparsi con un annaffiatoio per tutta per casa.

Ai giorni nostri, sono gli Omeopati che la usano di più nei casi di febbre, quando i dolori ossei sono predominanti e il malato assetato vomita ancor prima che il minimo sorso d’acqua arrivi nello stomaco.

Le febbri, come tutti gli attacchi virali, hanno molteplici modi di manifestarsi: calore o freddolosità, mal di testa o coliche, sconforto ansioso o eccitazione febbrile, solo per citarne alcuni. A seconda del virus implicato, ma anche secondo il terreno preesistente della persona colpita, predominerà un sintomo piuttosto che l’altro.

È per questo che l’approccio omeopatico, chi si preoccupa più di questi sintomi che di qualsiasi sistematizzazione in funzione di una diagnosi, sarà molto appropriato per curare ogni soggetto secondo la sua propria espressione clinica.

Ciò nonostante, ogni inverno vediamo pazienti esausti, ansiosi, nauseati e soprattutto che si lamentano di forti dolori ossei ed Eupatorium perfoliatum in diluizioni omeopatiche, assolutamente prescritte dal medico in posologia adeguata, permette di curare questi pazienti e uscire presto dalla loro malattia senza dover ricorrere a terapie antibiotiche che rischiano di aggravare la tanto temuta antibioticoresistenza.

L’eupatorio perfogliato è una graziosa pianta che d’estate si copre di fiori bianco-rosati, un po’ vaporosi, che attirano farfalle e insetti impollinatori. La particolarità delle sue foglie è che sono saldate due a due attorno al fusto, conferendogli così una certa rigidità e ciò gli ha valso l’appellativo di “erba per saldare”. Ciò senza dimenticare il sintomo omeopatico delle persone malate che hanno la sensazione che le loro ossa si spezzeranno o che siano già spezzate! Si aggiunga a questo la nostalgia, il desiderio di rientrare a casa, il bisogno di essere tenuto, e si vede come la profonda angoscia espressa è quella di mantenere il sostegno saldo, di supporto e rassicurante dei famigliari.

Il periodo ansiogeno che stiamo attraversando, minaccioso, dove ci sembra che le nostre certezze stiano cadendo a pezzi, che nulla sarà più come prima, quando difficilmente osiamo abbracciare chi ne ha bisogno, è il momento per questo sintomo virale di uscire con forza.

Avrebbe forse la funzione di offrire uno sbocco alla nostra angoscia quando prevediamo la fine dell’incoscienza?

O viene per aiutarci a cacciare i nostri demoni?